giovedì 10 luglio 2008

Ormai è tardi

Pubblico l'intervento di Roberto sul 'No Cav'.

Piazza Navona rievoca momenti importanti nella storia dei movimenti di centro-sinistra. Da lì, il 02/02/’02 Nanni Moretti strigliò la dirigenza che aveva stra-perso le elezioni del 2001 e da quel momento cominciò, attraverso varie fasi, la grande nascita dei movimenti dei girotondi, che sarebbero diventati il più grosso baluardo contro la deriva berlusconista di quella legislatura (dando anche una scossa a un’opposizione fino a quel momento con l’encefalogramma piatto). Ho vissuto quei mesi con grande trasporto, partecipando attivamente.

La manifestazione di martedì scorso pensavo potesse riproporre una situazione analoga (e non solo per la sua ubicazione), con un risveglio della coscienza civile contro il Caimano e un contestuale risveglio di combattività delle opposizioni, parlamentari e non.

A certi interventi molto positivi, puntuali, centrati e più propriamente “politici”, come quello di Flores e di Travaglio, se ne sono affiancati altri secondo me deleteri, sia per mancanza di propositività, sia per essere andati fuori tema, sia per essersi realizzati come degli show a-politici, ma che hanno avuto solo la funzione di esaltare l’egocentrismo pseudo-artistico di chi era sul palco. Mi riferisco sia alla Guzzanti (è distante anni luce, per corrosività e preparazione, da Corrado) che a Grillo (anche gli interventi di Camilleri e Ovadia sono stati di pochissima presa e fini a se stessi).

L’attenzione posta sul Papa (assurda la corresponsabilità della sconfitta elettorale attribuita dalla Guzzanti al Papa, nonché la battuta sull’inferno; e gratuite e volgari sono state le battute sessuali sulla Carfagna) e su Napolitano (Grillo fa finta di non sapere che Napolitano può poco rispetto alle schifezze fatte dal governo; ha un ruolo delicato, sta esercitando come può la moral-suasion, ma sarà la Consulta, al limite, a dichiarare incostituzionali i vari decreti governativi e tramutate in legge da un Parlamento di dipendenti asserviti) ha prodotto due risultati:

  • mediaticamente, si è dato risalto non ai temi della manifestazione e alla partecipazione di quegli italiani che ancora hanno la forza di indignarsi, ma alla caciarate espresse.

  • politicamente, ha espropriato le vere ragioni di quella piazza, i motivi per cui decine di migliaia di concittadini si sono riuniti là; bruciandoli.

Oggi scrive Maltese su “Repubblica”: 'L'interesse delle persone di spettacolo a usare eventi politici a fini di popolarità e commerciali è insomma piuttosto evidente. Come dovrebbero essere chiare le analogie di meccanismo e di linguaggio fra queste tecniche e il populismo berlusconiano. Misteriosa è invece la ragione per cui i politici e gli organizzatori si prestino a queste operazioni di marketing, dalle quali hanno tutto da perdere. Paolo Flores ha il grande merito di aver avviato con la manifestazione del Palavobis del 2002 la stagione dei movimenti che, negli anni successivi, riempì le piazze italiane di milioni di persone. Da storico e filosofo di valore, può stimare lui stesso l'abissale distanza che separa la sobria e feconda forza politica del Palavobis di allora con la sguaiata impotenza di Piazza Navona. L'ultima adunata non avvierà una stagione di protesta. Al contrario, può aver contribuito a stroncarla sul nascere.”

Più in generale, lasciando da parte Piazza Navona, direi che trovo l’Italia un Paese immobile, fermo, come dice giustamente Francesco, a 14 anni fa, solo ogni giorno più volgare, aggressivo, amorale e dimentico.

Ho titolato questo post 'Ormai è tardi' perché credo che se i miei concittadini non riescono più a indignarsi per lo stupro delle istituzioni, della Costituzione, per un parlamento trasformato in un votificio e asservito a un Capo; per una separazione dei poteri, fondamento della democrazia, ormai svuotata di ogni senso, beh..credo che ormai B. abbia vinto. Abbia vinto nella coscienza della maggioranza, con i suoi modi eversivi (allucinante il suo recente discorso alla Confesercenti, da mettere i brividi..); con la sua campagna elettorale permanente, fatta di insulti per chi non la pensa come lui, di annunci detti e rimangiati dopo poche ore, di promesse disattese, di un sistema della comunicazione a lui asservito e che nasconde la realtà per mettere in mostra una sua distorsione.

Nulla ci scalfisce più. Nulla ci indigna più. Obliamo qualsiasi nefandezza che ci dovrebbe invece far rivoltare e scendere in piazza e, così stando le cose, B. stravince nel Paese.

Il tema centrale della vita politica italiana, e cioè il conflitto d’interessi, è stato derubricato. Questo ha falsato le ultime 4 elezioni politiche (sono ancora uno dei pochi che afferma che B. è al governo illegittimamente) perché c’era sempre un concorrente che partiva da posizioni di vantaggio enorme.

Soluzioni? Fino a qualche anno fa, ho sempre detto che l’unica soluzione sarebbe stata la sua morte. Ora ho paura che il berlusconismo, sopravviva a Berlusconi. Nei modi, nei costumi, nella forma-mentis che è riuscito a creare tramite le tv.

La speranza è ancora nelle centinaia di migliaia di italiani a lui opposti, ma che non hanno rappresentanza politica e che, alla resa dei conti, cioè nella gestione del potere, sono afoni e inesistenti. Leader capaci di sovvertire le cose non ne vedo.


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