domenica 30 novembre 2008

Un'occasione persa!

Un'occasione buttata alle ortiche.
Non trovo altre perifrasi per inquadrare il deludente pareggio casalingo con il Bologna. Con una vittoria il Genoa avrebbe staccato il Catania, superato Fiorentina e Lazio, e raggiunto al quarto posto il Napoli sconfitto a Milano.
Il modo migliore per presentarsi al derby di domenica prossima.

Poche parole sulla partita che avrebbe potuto lanciare l'undici di Gasperini verso l'Olimpo del calcio e che, invece, lascia la squadra nel mare magnum di coloro sono pronti a fare il grande passo, ma mai lo compiono.

Dopo un brutto primo tempo, l'ingresso di Gasbarroni ha vivacizzato il gioco, permettendo a Sculli di siglare il quinto sigillo stagionale. Dopo il goal, inspiegabilmente il Genoa ha arretrato il baricentro, rilassandosi e concedendo campo e spazio ad un Bologna obiettivamente mediocre: il goal Di Vaio ha così ristabilito il pareggio iniziale, rimettendo in discussione il risultato.
Come contro Cagliari, Udinese e Lazio, il Genoa crea e distrugge da sé: una volta in vantaggio si siede, concede spazio e si lascia infilare.

Alla vigilia della partita, il risultato di parità era più che un'ipotesi: il Bologna di Mihajlovic veniva da tre pareggi consecutivi, il campo pesante non lasciava presagire un grande spettacolo e, per la cabala, il Genoa veniva da sei vittorie casalinghe consecutive.
Detto questo, il vantaggio andava gestito in maniera differente: il limite di questo Genoa, continuo a ribadirlo, non è qualitativo ma caratteriale. Manca un po' di maturità in certi momenti della partita per compiere il decisivo salto in avanti.


Il campionato del Genoa resta ovviamente molto positivo, le rimostranze appena espresse sono semplicemente degli appunti per una squadra che spesso si autolimita e che potrebbe raccogliere molto di più di quanto non stia già facendo. A supportare il buon inizio di campionato sono i numeri: l'anno scorso, tra ottobre e novembre, il Genoa raccolse 6 punti, quest'anno, solamente nel mese di ottobre, ne ha raccolti 10.
Novembre, invece, si conferma il mese nero di Gasperini: nelle 5 partite disputate quest'anno, il Genoa ha pareggiato 3 volte, vinto una e perso altrettanto. Di ottobre si è già detto: 3 vittorie e un pareggio nelle quattro partite disputate. Ma quest'anno è la qualità della flessione novembrina ad essere differente: nel 2007 il Genoa ha raccolto due punti in 4 partite, nel 2008 il bottino è stato di 6 punti in 5 partite.

Se il peggio è alle spalle, beh, c'è da essere ottimisti!

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sabato 29 novembre 2008

La Grande Guerra

Questa la foto di Angelo Pedemonte, mio bisnonno e padre di Francesco Pedemonte.
Sul retro della cartolina la seguente dedica:

"Zona di Guerra li 23-05-18
Dono alla mia cara sorella la mia fotografia
Pedemonte Angelo
Reg.to 4 artiglieria"

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domenica 23 novembre 2008

Buon punto all'Olimpico



Ho abbastanza esperienza calcistica da sapere che giocare contro la perdente di un derby non è mai facile. Buono quindi il pareggio contro la Lazio, un punto che permette al Genoa di preservare la posizione in classifica e, anzi, di agganciare Catania e Udinese.


La Lazio parte meglio mettendo in leggera difficoltà la squadra di Gasperini, i rossoblù appaiono troppo contratti e imprecisi soprattutto in fase di possesso, ma già al 10’ dimostrano di poter gestire tranquillamente la partita: Juric e Motta macinano palloni, mentre Pandev e Zarate rimbalzano a turno su un muro chiamato Papastathopoulos.
La cronaca impone di segnalare una bella combinazione Sculli-Motta-Milito che porta l'argentino al tiro e le insidiose bordate del laziale Kolarov, ma la partita scorre via senza particolari motivi di interesse fino al lancio che innesca Vanden Borre e al goal siglato da Milito a porta vuota. La rete, però, verrà inspiegabilmente annullata dall’assistente dell’arbitro Mazzoleni, una svista clamorosa che ha il sapore della beffa.
Il tempo si chiude sul pareggio a reti bianche, ma con il pesante errore della terna arbitrale a gravare sul risultato della gara.


La ripresa si apre con un maggior equilibrio tattico, entrambe le squadre provano a vincere ma è il Genoa ad avere l’occasione più ghiotta: Sculli, recuperando in area laziale un pallone ormai perso, cade e si procura un rigore che l’arbitro concede un pò troppo generosamente. Sul dischetto si presenta lo specialista Milito, ma questa volta l’argentino calcia alto sciupando l’occasione.
Il pericolo scampato rinvigorisce i biancocelesti: prima Foggia testa i riflessi di Rubinho, poi Papastathopoulos salva sulla linea la conclusione a porta di vuota di Rocchi, subentrato ad inizio ripresa ad uno spento Pandev.
Il Genoa passa proprio quando pare soffrire maggiormente la pressione laziale: è Palladino a scendere sulla destra, cross in area a superare un incerto Carrizo e pallone che arriva sui piedi di Mesto che, dopo una serie di finte, appoggia su Milito: il Principe infila il connazionale biancoceleste con un preciso esterno a fil di palo.


I rossoblu avrebbero addirittura la palla del ko, ma Palladino si divora la possibilità di mettere in cassaforte il risultato. Goal sbagliato, goal subito recita un’implacabile legge del calcio, e così, su una respinta della difesa genoana, Dabo calcia al volo, il pallone, che in altre circostanze sarebbe di facile presa, coglie impreparato Rubinho che goffamente appggia la sfera nella propria rete.
Il pareggio laziale giunge al 35’ del secondo tempo: dopo la svista dell’estremo ligure, poco e niente da registrare fino al triplice fischio finale.


Un punto a Roma è sempre un risultato positivo, ma non può non esserci il rammarico per aver gettato alle ortiche un’altra occasione per centrare la prima vittoria esterna.
Luci e ombre si sono palesate in questa trasferta: a brillare sempre più è la stella di Milito, ma anche Papastathopoulos è un giocatore su cui puntare per il futuro. Appunti negativi, invece, sono da associare a Palladino e Criscito: i due ex-juventini hanno disputato la loro peggior prestazione stagionale. Criscito è stato spesso in difficoltà su Zarate, tanto da essere superato quasi sempre, mentre Palladino, oltre ad aver divorato il 2 a 0, ha sbagliato una miriade di palloni che hanno permesso diverse ripartenze agli undici di mister Rossi.


Il Genoa ha dimostrato di saper imporre il proprio gioco in quasi tutti i campi di serie A, spesso il proprio limite è però stato di natura caratteriale: nel momento in cui i rossoblù avranno veramente coscienza di quello che stanno facendo, ne vedremo delle belle!


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mercoledì 19 novembre 2008

Il Vilipendio di Sabina

«Perchè quando il progresso serve a far vivere meglio è Satana, mentre se è utilizzato per far soffrire più a lungo è santo?».

È questa una delle tante domande poste da Sabina Guzzanti al pubblico del Politeama durante la tappa genovese di Vilipendio Tour. Due ore e mezza di battute, satira, imitazioni e, soprattutto, di italici fatti. Punto di partenza l'ormai celeberrimo discorso tenuto a Piazza Navona: intervento che le è costato, per l'appunto, il rinvio a giudizio per Vilipendio.
Oltre ai contenuti, come sempre intelligenti e graffianti, lo spettacolo ha proposto musica e coreografie affascinanti: le battute sul politico di turno sono state costantemente accompagnate da immagini che ne accentuavano l'effetto comico, mentre l'accompagnamento musicale ha conferito un gradevole ritmo alla serata.


Tanti gli argomenti al fuoco: antifascismo e revisionismo, intercettazioni telefoniche, giustizia, libertà di satira, informazione, laicità di stato, leggi ad personam, il ministro Carfagna e molto altro. Il tutto condito da quella carica aggressiva che richiedono i tempi bui vissuti dal nostro paese. E per chi accusasse la Guzzanti di volgarità, la risposta è semplice: rispetto a chi e a che cosa?

A prescindere dal colore politico da cui proviene la critica, l'eloquio e le rappresentazioni di Sabina offendono solo benpensanti e ipocriti. La Guzzanti è satira, un piccolo Azazello pronto a purgare con le parole, mi piace pensarla come un Rigoletto fustigatore: i suoi ragionamenti fanno male solo perchè gravidi di verità.
Per una sera lontani da Isole, Talpe, modellini, delitti e urla catodiche, la satira ha adempiuto al suo compito: far riflettere, divertendo.

E allora è stato bellissimo lasciarsi trasportare, anche se talvolta con un pizzico di rammarico, dalle esilaranti imitazioni di Silvio Berlusconi in versione napoleonica, di Massimo D'Alema, Fausto Bertinotti, Barbara Palombelli, Lucia Annunziata e Anna Finocchiaro.
Per questo la Guzzanti è invisa a quasi tutto il mondo politico: da destra a sinistra, il suo raggio d'azione colpisce tutti rami del Parlamento. Se Berlusconi cambia la legge a seconda del suo fabbisogno personale, a sinistra c'è chi lo emula, temporeggiando fino alla paralisi. Non è, come qualcuno potrebbe obiettare, un atteggiamento qualunquista, ma semplicemente una lucida descrizione del reale.
Questa è l'Italia. Non prendiamocela con chi la racconta, ma con chi la fa.

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venerdì 14 novembre 2008

Il Genoa si inchina al cospetto della Signora


Avanti senza drammi. All’inizio del campionato una sconfitta contro la Juve era una possibilità più che probabile, oggi essere additati come la squadra rivelazione del torneo, a prescindere dalla sconfitta dell’Olimpico, è già motivo sufficiente per essere soddisfatti.
Detto questo, alcune valutazione sulla prestazione di Torino sono necessarie.

Il Genoa non ha ripetuto le partite di spessore che altrimenti aveva offerto a Milano e a Udine. Sin dai primi minuti ha sofferto l’aggressività bianconera e la difesa, soprattutto nei suoi elementi più inesperti, ha vacillato non poco sotto la spinta di Del Piero e compagni, tanto da essere infilata dopo appena 5' di gioco. La reazione c’è stata, ma limitata al genio di Milito: una giocata spettacolare finita di poco a lato e l’erronea segnalazione del guardalinee Griselli hanno negato al Principe di siglare la decima marcatura già nel primo tempo.
La squadra di Ranieri, invece, cinica come soltanto le grandi squadre sanno essere, ha raddoppiato al 25' con uno stacco imperioso di Amauri. Nonostante il doppio svantaggio, i rossoblù hanno provato a riequilibrare la partita ma la difficoltà a mettere palloni giocabili in mezzo e l’impalpabilità di alcuni elementi di Gasperini, in primis Gasbarroni e Palladino, hanno reso sterili gli attacchi liguri.
Nella ripresa il mister rossoblù ha buttato nella mischia Sculli: alcune buone giocate si sono viste fino al 10' del secondo tempo, poi la Juve ha messo in ghiaccio la partita per chiuderla definitivamente al 43’ con Iaquinta. Il rigore di Milito e l’autogoal di Papastathopoulos hanno chiuso la partita sul 4 a 1.

La sconfitta, seppure con un passivo eccessivo, è più che meritata.
Il Genoa è sembrato troppo fragile in difesa, mentre a centrocampo la riflessività di Motta è risultata lentezza al cospetto di mastini come Sissoko e Nedved. D’altro canto la formazione iniziale ha lasciato più di una perplessità: Potenza non si è risparmiato, ma la qualità dei suoi cross non è riuscita neppure ad scalfire la resistenza di Chiellini e Legrottaglie. Gasbarroni non ha svolto il lavoro di disturbo tra le linee, mentre Palladino ogni tanto ha gigioneggiato troppo. Ferrari, Juric e Milito si sono sobbarcati rispettivamente gli oneri dei singoli reparti: troppo poco per pensare di strappare anche solo un pareggio a questa Juve.

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martedì 11 novembre 2008

Avana Killing!


Se gli ingredienti per un buon giallo sono suspance, ritmo e colpo di scena finale, ebbene, Avana Killing di Gordiano Lupi (editore Sered, 5.90 euro) rispetta a pieno i dettami in questione. Se a questo si aggiunge una spruzzata di noir, un pizzico di attualità e un aggiunta di esotismo, ecco spiegata l'alchimia che impedisce al lettore di chiudere il libro se non al termine del racconto.


È la capitale cubana, come suggerito dal titolo, il teatro della vicenda, una città in cui si sfiorano due mondi: quello dei turisti che ostentano dollari e quello della popolazione che sopravvive con fatica e dignità. Protagonista Isabel Santamaria, donna infelice e abbandonata dal marito, che di colpo si trova al capezzale del figlio moribondo. Pronta a tutto per strapparlo alla morte, si troverà ad intraprendere strade ben distanti dalla fede che professa: e proprio la santeria, religione sincretica che fonde il Cristianesimo con i riti arcaici portati dall'Africa, sarà con le sue pratiche il motore scatenante dell'azione delittuosa del serial killer che imperversa nelle notti habanere.


Il motore narrativo è sapientemente alimentato dall'autore, mentre l'immaginazione di chi legge è costantemente aiutata dalle descrizioni ambientali che completano il quadro dell'azione. Personaggi e vicenda sono perfettamente calati nell'atmosfera esotica: caldo, corpi sudati, luci notturne e aroma di caffè sono il background di un racconto che non si caratterizza solo per gli spunti di fantasia. Il punto di vista dell'autore, infatti, emerge immediatamente dalle primissime pagine: la critica sociale e poltica al castrismo si evince chiaramente in tutto il libro.


Ma anche chi, per ideologia è distante dall'opinione di Lupi, non pùò fare a meno che lasciarsi trasportare dall'evolversi degli eventi. Ad affascinare è la costante contrapposizione tra due visioni differenti del reale: da un lato la religione cattolica che ammanta di verità assoluta e divina ogni batter d'ali terrestre, dall'altra la santeria, che al pari della Chiesa, con i suoi riti sostiene di poter influire sul corso delle vite umane. Lo scontro è decisamente all'ultimo sangue.


Infine alcune parole sul progetto editoriale di cui Avana Killing fa parte: una collana di romanzi in cerca di nuovi testi e nuovi autori che ha il sapore del romanzo popolare, in una veste grafica che ricorda molto una collana da edicola.

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domenica 9 novembre 2008

Genoa: e sono sei!


La calma è la virtù dei forti. Questa la massima che il Genoa di Gasperini deve far propria in questo momento del campionato.


La sesta vittoria casalinga, a cadere questa volta è stata la Reggina, ha proposto un Genoa a due velocità: affamato di goal tanto da risultare precipitoso nel primo tempo, cinico e spietato nel secondo.
La partita è finita 4 a 0 ma, rivedendo le immagini dell'incontro, il passivo per i calabresi poteva essere ancor più pesante. La squadra di Orlandi, fino all'espulsione di Costa, ha saputo opporre una resistenza intelligente e ordinata, ma una volta in inferiorità numerica, obiettivamente, non c'è stata più partita.
L'ingresso di Gasbarroni ha velocizzato la manovra rossoblù permettendo a Milito, che fino a quel momento era stato ben controllato da Santos, di essere più libero e di giocare nello spazio. Il Genoa ha così avuto gioco facile nel passare prima in vantaggio e poi nell' arrontondare il punteggio: tripletta del Principe e una rete di Beppe Sculli sono lo score di una partita che, a livello di cronaca, lascerebbe poco altro da segnalare. Da rimarcare ci sarebbero solo alcune aperture illuminanti di Thiago Motta, sempre più leader del centrocampo, e qualche errore di troppo soprattutto in fase di appoggio.


Quello che più impressiona è il collettivo e una squadra che non rinuncia a fare gioco in nessuna circostanza: gli errori prima rimarcati sono proprio la conseguenza di un gioco che parte sempre dai piedi dei difensori, prosegue a centrocampo e trova finalizzazione negli attacanti. La filosofia di Gasperini è semplice ed efficace, anche se talvolta la linea difensiva soffre l'eccessiva pressione degli attaccanti avversari.
Il Genoa ha voglia di stupire, ma deve ricercare la calma accennata, a volte è necessario aspettare e colpire solamente quando i tempi della partita lo permettono. La fretta è cattiva consigliera, ma l'accortezza con cui questa squadra è gestita farà sicuramente migliorare il gruppo sotto questo aspetto.


Per concludere un pò di numeri su cui riflettere
.
Dopo 11 giornate di campionato, il Genoa è al settimo posto in classifica, ha il 3° miglior attacco del campionato e il primo per realizzazioni casalinghe, per un totale di 18 goal fatti e 10 subiti. Statistiche di tutto rispetto.
Infine una nota di costume calcistico. Tra tutte le trasmissioni sportive, la palma della più scadente spetta ad un marchio storico del pomeriggio calcistico italiano: 90° minuto. Peccato per una trasmissione che poteva essere rilanciata dopo anni di dominio Mediaset e che, invece, ha trovato in Lauro, Galeazzi e Longhi i peggior interpreti possibili.

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mercoledì 5 novembre 2008

Hello Obama!


Barack Obama è il 44esimo presidente degli Stati Uniti. Il primo afroamericano alla Casa Bianca. Un evento di portata storica.


Ecco un estratto del discorso del senatore dell'Illinois: «Ci saranno ricadute e false partenze. Ci sono molti che non saranno d'accordo con tutte le decisioni e le politiche che seguirò da presidente. E sappiamo che il governo non può risolvere ogni problema. Ma sarò sempre onesto con voi sulle sfide che affrontiamo. Vi ascolterò, soprattutto quando non saremo d'accordo. E soprattutto vi chiederò di partecipare nell'opera di rifare questo paese, nell'unico modo in cui l'abbiamo fatto in America per 221 anni, pezzo a pezzo, mattone dopo mattone, mano callosa su mano callosa».


Ora, io non credo che Obama possa cambiare di netto gli USA, la politica estera dubito potrà subire bruschi cambiamenti, ma penso che quest'uomo abbia dato una speranza agli americani. E soprattutto a tanti giovani.
Beh, io un poco sono invidioso: alla Spagna Zapatero, agli Usa Barack e all'Italia...Berlusconi e Licio Gelli! Un gap da brividi.


Il nostro paese guarda al futuro
! Talmente avanti, che stiamo tornando indietro di almeno 70 anni.
C'mon Italia, il baratro non è così distante!

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domenica 2 novembre 2008

Udinese e Genoa: che spettacolo!


Quando Udinese e Genoa si incontrano, lo spettacolo è garantito.
Contando l'edizione andata in scena oggi, le ultime tre edizioni della sfida hanno proposto la segnatura di ben 17 reti. Facile, quindi, intuire come al Friuli non siano proprio mancate le emozioni.

Pronti via e l'Udinese passa in vantaggio: lancio lungo su Floro Flores e Criscito
commette fallo in area cinturando clamorosamente l'attaccante bianconero. Ammonizione e rigore indiscutibile che D'Agostino trasforma spiazzando Rubihno.
Rimane però inspiegabile l'ingenuità del giovane difensore rossoblù.


Il Genoa reagisce allo svantaggio imponendo il proprio gioco e chiudendo l'Udinese nella propria trequarti. L'occasione per riequilibrare le sorti della partita capita subito sui piedi di Milito, ma Handanovic chiude bene lo specchio ribattendo la conclusione dell'argentino. I ragazzi di Gasperini non ci stanno e spingono ancora sull'acceleratore: Motta prima, Gasbarroni poi e infine nuovamente Milito, impegnano in rapida successione il portiere friulano che, da par suo, risponde da vero campione esibendo riflessi felini, come nel caso della punizione calciata dal Principe rossoblù.
Nonostante il buon primo tempo, il Genoa chiude la frazione sotto di una rete.

La ripresa ripropone lo stesso canovaccio: Genoa in avanti e Udinese che si difende. Il pareggio arriva su un rigore generoso fischiato dall'arbitro Tagliavento per un intervento di Lukovic su Vanden Borre: Milito spiazza il portiere siglando il sesto sigillo stagionale. Palla a centrocampo e dopo 3 minuti è Sculli, subentrato ad uno spento Jankovic, a trafiggere per la seconda volta Handanovic con un potente sinistro che si insacca a fil di palo.
Partita ribaltata in 5 minuti e ruoli che si invertono: è ora l'Udinese a spingere, e il Genoa a difendere. Entrano Di Natale e Quagliarella, mentre Gasperini si copre facendo entrare Biava, ma è proprio l'ex doriano, in anticipo su Ferrari e l'ex palermitano, a superare Rubihno e a riequilibrare le sorti dell'incontro.

Ma Udinese e Genoa continuano a giocare e a tentare di superarsi reciprocamente. Il duello tra Milito e Handanovic prosegue con l'ennesimo miracolo del portiere su tiro ravvicinato del puntero rossoblù, dall'altro lato sono Di Natale e Lukovic a sfiorare la terza segnatura.
Lo spettacolo si conclude con una bellissima rovesciata di Beppe Sculli che si spegne sul fondo a pochi centrimenti dalla traversa.


Buon punto per il Grifone che da continuità alla bella prova offerta a San Siro. Peccato per alcune distrazioni in fase difensiva che potevano costare caro e per l'eccessiva imprecisione sotto porta.
Pareggio equo che premia entrambe le squadre.

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