domenica 31 maggio 2009

Fiesta!



Le lacrime del Principe, fossero musica, avrebbero le note malinconiche e struggenti dell'Halleluja di Jeff Buckley. L'ultimo saluto dell' idolo rossoblù non poteva essere indolore nè per il puntero, nè per quel popolo che ne ha cantato le gesta per un anno intero. Il miglior 22 della storia del Grifone lascia un solco incolmabile nel cuore di tutti i suoi tifosi. Se dal punto di vista societario la cessione del bomber argentino può essere giustificabile, le ragioni del cuore seguono itinerari più tormentati e irrazionali, tali da indurre l'uomo della strada a commuoversi per una semplice partita di football. Questo, in sintesi, il finale di un campionato entusiasmante che vede il ritorno del Genoa nelle competizioni continentali. Negli occhi di ogni genoano sono ancora impresse le 4 gemme che hanno permesso al Grifone di superare i cugini nelle due stracittadine. E non solo: il ritorno di Milito, dopo le note vicissitudini che lo avevano costretto al primo addio, aveva un che di riparatorio. Il destino, accortosi della sua beffardaggine, sembrava voler saldare il debito con il Vecchio Balordo. Per questo la partenza di Diego è ancor più dolorosa: i simboli, nel calcio cosiccome nella vita, hanno un forte valore comunicativo e Il Principe, per tutto il popolo genoano era la voce della rivincita.

Ma bando ai sentimentalismi, il calcio non è più affar per vecchi romantici. E allora non resta che spellarci le mani per applaudire l'ennesima vittoria del Grifone. Il 4-1 rifilato al già retrocesso Lecce porta le firme di Jankovic, Criscito e il doppio sigillo di Milito. Il bomber rossoblù si ferma a 24 reti, superato dal solo Ibrahimovic. Per i salentini, invece, è Simone Tir Tiribocchi a siglare il goal della bandiera.
La squadra di mister Gasperini conclude il campionato con 68 punti, raggiunge al 4°posto la Fiorentina, già in Champions per miglior classifica avulsa, e si qualifica per la prossima Europa League. Il bilancio della stagione non può che essere positivo.

Si parlava, infine, di simboli. Dopo 27 anni il Genoa coclude il proprio campionato sopra la Samp: i punti che separano i blucerchiati dai rossoblù sono 22: is magic number!
CIAO DIEGO...


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giovedì 28 maggio 2009

Qualche scatto...



Caro Blog, oggi pubblico solo qualche scatto. Fatto in libertà.

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domenica 24 maggio 2009

Il Genoa è quinto!



Nella sentenza che condannò il Genoa alla serie C, alcune omissioni non permisero di fare chiarezza su un affaire che si sarebbe poi concluso con la retrocessione del Grifone nella terza serie. Mancava un pezzo di verità. A distanza di tre anni il cerchio si chiude: questa volta sul campo.
Il Genoa di Gasperini si impone a Torino e praticamente condanna i granata alla serie B. L'italian style prevedeva zucchero, tanto dolce e una bella torta. Ma di mezzo c'erano vecchie e nuove ruggini: è stata quindi partita vera. Il pareggio della Fiorentina a Lecce, però, non fa che aumentare il rammarico per un finale di stagione altalenante. Vecchie e nuove questioni si diceva, ebbene, per osmosi la memoria del passato sembrava nei piedi degli attuali giocatori rossoblù.
Da subito in partita, il Grifone trova il vantaggio con un rigore di Milito, per poi essere riacciuffato dalla rete di Franceschini. Nel secondo tempo è Olivera, di nuovo su punizione, ad infilare la porta di Sereni. Il tiramolla tra le due squadre continua però con il pareggio immediato di Bianchi. A questo punto della sfida il pari permetterebbe al Torino di giocarsi la serie A contro la Roma e al Genoa di agguantare il 5° posto nell'ultima di campionato. Ma il vantaggio del Lecce contro i viola riproietta immediatamente il Grifone nella metà campo granata, all'inseguimento di una Champions che sembrava irragiungibile e ora di nuovo vicina. Il goal della vittoria arriva così al 45' con il neo-interista Milito: mentre i rossoblù festeggiano, però, arriva la notizia del pari viola in Salento. Fiorentina in Champions, Genoa in Euroleague, Lecce in B e Torino con un piede nel baratro. Questo è lo sport.
Spiace quindi la reazione di giocatori e tifosi granata: la rissa finale ricorda molto quella di Piacenza tre anni orsono. Allora fu il Grifone a perdere i nervi per una promozione sfumata, oggi si invertono le parti. Gianbattista Vico avrebbe parlato di corsi e ricorsi storici, io più semplicemente parlo di quadratura del cerchio.
A buon intenditor...

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domenica 17 maggio 2009

Genoa: do you speak English?



Dopo 18 lunghi anni, il Genoa torna in Europa. Ma la voglia di festeggiare, purtroppo, non è molta. Ad inizio stagione nessuno avrebbe scommesso su un tale piazzamento, va da sè, quindi, che il risultato ottenuto riempa di orgoglio l'intera tifoseria, poco abituata, in questi anni, all'aria di alta classifica. Ma l'altalenante finale di stagione e le insistenti voci di mercato impediscono di godere a pieno questo importante traguardo. Il pareggio casalingo con il Chievo giunge a termine di una settimana che ha sancito l'addio di Milito e quello possibile di Thiago Motta, le colonne portanti di questo EuroGenoa. Ha quindi un sapore agrodolce l'accesso matematico del Grifone alla prossima EuroLeague. In corsa quasi tutto il campionato per un posto nell'Europa dei grandi, il remissivo finale lascia qualche piccolo rammarico: la Fiorentina, dietro al Genoa fino a poche giornate fa, vede vicino il terzo posto che significherebbe Champions diretta. Sarebbe stato bello giocarsela fino alla fine. Peccato.
La partita? Da coma glicemico: dopo il vantaggio di Pinzi, il Genoa riacciuffa il pareggio con un rigore di Milito, passando addirittura in vantaggio con una punizione telecomandata di Olivera. A sancire il definitivo pareggio ci penserà Pellissier, lasciato incredibilmente solo al centro dell'area. 2-2 il risultato finale e Genoa in Europa. Ma la Fiorentina, vittoriosa su una stanca e abbattuta Sampdoria, è troppo distante.
Poche recriminazioni, ovviamente, su una stagione che con ogni probabilità sancirà il secondo miglior piazzamento rossoblù dal dopoguerra. Dopo aver trascorso anni nelle acquitrinose acque del fallimento, dopo aver attraversato stagioni deludenti, dopo la A concquistata e subito perduta, dopo la serie C, ebbene, questa stagione è il coronamento di un progetto che parte da lontano. Il difficile sarà ripetersi, ma a questo penserà la dirigenza che, in questi anni, ha sempre dimostrato di saper allestire rose dignitose e competitive. Ma sono tifoso, ed è quindi mio diritto essere irrazionale: il Genoa del futuro non si costruisce dando via pezzi migliori.
Comunque vada: Grazie Grifone.

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venerdì 15 maggio 2009

Il pagellone di Roby



Atalanta-Genoa=1-1, a cura di Roberto Ursino

RUBI: 7 salva la partita su Floccari, parata assolutamente decisiva. Tempestivo nelle uscite.
SOKRATIS: 5,5 dalla sua parte l'Atalanta sfonda tanto nella prima parte (e lo costringe al fallo da giallo); poi si riprende un pò e prova anche a rendersi pericoloso in area avversaria.
BOCCHETTI: 6,5 la sua migliore prestazione da un mese e mezzo a questa parte; ingaggia corposi duelli con Floccari, a volte soccombendo (ma ci sta contro un grandissimo attaccante) ma spesso avendo la meglio, con grande pulizia, peraltro.
CRISCITO: ? a fasi alterne; nel primo tempo soffre, e si becca il giallo col suo solito intervento da dietro sull'uomo (un suo marchio di fabbrica); sbaglia anche in fase d'impostazione, poi cresce, qualche buon recupero difensivo e l'inserimento decisivo nel finale..non so, il voto datelo voi.
MESTO: 4,5 disastro; il gol lo prendiamo inuna ripartenza dopo che lui, potendo servire il Principe al limite dell'area prova un passaggio errato per Sculli; perde una marea di palloni e per colpa sua per pochissimo non prendiamo il 2-0. Padoin lo fa ammattire. Che devo dire? Ha dei mezzi fisici enormi e anche una discreta tecnica ma è discontinuo da matti..ieri super-dannoso e il Gasp non può far altro che toglierlo.
ROSSI: 6,5
JURIC: 5/6
VdB: s.v.
MILA: 6
MODESTO: 5,5 comincia malissimo con grandi imprecisioni e poco dinamismo; si vede che non ha il ritmo partita; poi meglio nella ripresa.

JANKOVIC: 6 dà verve all'attacco; ma è di una imprecisione esasperante, davvero..si mangia un gol da babbo anche se poi ha la lucidità per mettere in mezzo la palla per Diego nell'azione del gol...per questo gli dò la sufficienza.
PALLADINO: 6.
DIEGO: 6 in ombra per molti tratti, ma con pochi demeriti suoi. si libera bene al 45' ma si perde goffamente facendosi rimontare. Si sbatte ma con poco costrutto; riscatta la sua prova dall'ottima acrobazia nell'azione del pareggio.
SCULLI: 5 prova grigissima, molto imprecisa. E non supporta bene neppure Modesto che su quella fascia avrebbe bisogno di aiuto...e meno male che non c'era Ferreira Pinto, sennò erano guai seri in quella zona!

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lunedì 4 maggio 2009

99 e 100: da Principe a Re!



Il racconto del 100° Derby della Lanterna parte dalla fine. Dalla galoppata solitaria di Palladino, dalla metà campo sguarnita della Samp e dalla tripletta di Diego Milito; dalla panchina rossoblù in piedi al passaggio smarcante di Milanetto, dalla corsa dell'attaccante napoletano che divora metri sotto la Sud e, infine, dal fiato sospeso della Nord. Il goal della definitiva vittoria rossoblù ha avuto un chè di teatrale, una sorta di esecuzione (sportiva s'intende), un rullo di tamburi prima del ko. E poi il clamore. Per chi era allo stadio, ovviamente di fede rossoblù, non poteva esserci miglior epilogo: immaginare lo sgomento dei tifosi blucerchiati di fronte all'incedere veloce di Palladino verso Castellazzi e all'inesorabile terzo goal di Milito. Vincere la stracittadina non basta, è la cartolina il vero trofeo da esibire.
Dopo 44 anni il Genoa fa bottino pieno nei derby, ma soprattutto rimane aggrappato alla zona Champions. La Fiorentina nel pomeriggio aveva battuto il Torino e il posticipo serale, oltre alle tradizionali componenti campanilistiche, diventava un viatico importante della stagione.
E' sempre la tachicardia la vera protagonista dei derby, un battito accelerato che è quasi impazzito quando Pazzini e Cassano hanno calciato alta la palla del possibile vantaggio doriano. Un boato incredulo, invece, ha accompagnato la parata di Castellazzi sul tiro a 90 km/h di Milito. Al vantaggio rossoblù, invece, più che esultare, ho badato alla mia sopravvivenza.
Se la partita di andata era stata brutta, quella di ritorno, pur non essendo Real-Barca, ha offerto emozioni a grappoli: il pareggio di Campagnaro, poco prima dell'intervallo, ha acceso la Sud e riequilibrato l'incontro. La seconda frazione di gioco ha immediatamente riaccelerato i battiti genoani: Sammarco, a pochi metri dalla linea di porta, ha sparato in gradinata il prezioso assist di Lucchini. Poco dopo, invece, sarà Pazzini ad appoggiare fuori di testa. Con l'odore acre dei fumogeni ancora nelle narici, il Genoa ha ripreso a ruminare calcio. In piedi sul mio seggiolino non avrei mai creduto di assistere ad una nuova pagina della recente storia rossoblucerchiata: il pareggio, infatti, sembrava il risultato più probabile. Ma non è stato di questo avviso il Principe che, approffittando di un rimpallo, ha fatto esplodere per la seconda volta la Nord. Tutta la gradinata, tranne una persona: io. Ho assistito quasi sgomento all'intervallo di tempo trascorso tra il rimpallo di Criscito e il goal di Milito, non capivo cosa stesse succedendo. Sono tornato alla realtà grazie alle spinte delle file alle mie spalle. Solamente al 3 a 1 ho potuto gridare la mia gioia al cielo. Non me ne vogliano i miei numerosi amici sampdoriani: ho goduto come un riccio!
Infine, per tutti quelli che lamentano lo scarso fair play in campo, vorrei ricordare che il calcio si chiama così non a caso: le due risse finali fanno parte dello show. Che non si facciano falsi moralismi sulla correttezza, sono situazioni di gioco che ci stanno: gli interpreti ne hanno poi pagato le conseguenze.
Un saluto ai cugini: ci vediamo il prossimo anno!

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