domenica 7 febbraio 2010

Capitano, oh mio capitano...



Che quella contro il Chievo Verona fosse una partita difficile lo si sapeva fin dalla vigilia. Ben disposta in campo, fisica e grintosa, la formazione clivense sarà un arduo ostacolo per ogni avversario. Vincere simili partite ha un valore che trascende la semplice posta in palio: in una giornata opaca, infatti, il Genoa non solo riesce a vincere, ma anche a recuperare punti sulle dirette avversarie. E Marco Rossi, l'eroe di giornata, è proprio il simbolo di una vittoria cercata con volontà, raggiunta con grinta e strappata con il cuore. Quel cuore a quarti rossoblù che batte nel petto del grande capitano! Un pensiero, infine, va alla scomparsa di Franco Ballerini, ct della nazionale italiana di ciclismo. Ciao Franco...

Amelia: 6,5. "Sei pronto Jack? Io sono nato pronto". Basterebbe questa semplice citazione tratta da Grosso Guaio a Chinatown per esaltare a dovere la prontezza del portierone di Frascati. Chiude la saracinesca e respinge al mittente le bordate di Luciano e Pellissier. Decisivo.

Sokratis: 7. In settimana la società ha ceduto Biava per lasciar spazio al giovane greco. L'ellenico non delude ed è autore di un'altra prova di grande spessore. Spartano.

Dainelli: 6,5. E' il Leonida della difesa rossoblù, volendo continuare la metafora classica. Conduce i suoi 300 con sapienza tattica e rigore agonistico. L'esito, fortunatamente, non è pari a quello delle Termopili. Condottiero.

Moretti: 6. Sostituisce Criscito sulla fascia sinistra e non delude. Utilizzato come esterno e più affidabile di una Volvo. Ammonito.

Mesto: 5. Fa più chilometri di Fidippide nella celebre Maratona, ma inciampa con puntalità svizzera su ogni pallone. Il buon Giando, però, tira su un casino da competizione risucendo a portare nella metà campo avversaria una giungla di palloni. Maestro di carambole.

Milanetto: 6. Dopo 50 secondi è già in aperta polemica con il direttore di gara. Il pressing del Chievo spesso gli soffoca l'ispirazione, ma appena il cappio gli lascia respiro accende la luce del gioco. Scancia un bolide da 25 metri che si stampa sulla traversa. Tetera!

Juric: 5. Oltre al voto, è preferibile non aggiungere nessun commento alla sua prestazione. La riconoscenza nei suoi confronti è tanta, ma forse adesso sarebbe il caso di farlo sedere. Zapater scalpita! Dal 15' st Fatic: sv. Per fortuna non fa danni irreversibili.

Rossi: 7. Neppure Omero troverebbe i versi giusti per celebrarne le gesta. Parte a sinistra, passa a destra dopo 25 minuti e chiude la partita come interditore di centrocampo. Il tutto senza contare il goal bellissimo che permette al Genoa di incamerare i 3 punti. Come il Dante nella Commedia non riesce a descrivere la grandezza divina, al genoano similmente mancano le parole per omaggiare il capitano. Sermo deficit.

Palacio: 6. E' guizzante come un anguilla. Nell'omonima canzone, i 99 Posse cantavano: "Sabotare, sovvertire". Ma la trenza non riesce a sbaragliare alla pari la difesa del Chievo. Suggeritore. Dal 21' st Bocchetti: sv.

Acquafresca: 6. Buona la sua prima al Ferraris. Corre, si sbatte e sfiora il goal in un paio di occasioni. Pressa da matti i difensori e non si risparmia, purtroppo paga lo sforzo sotto porta. Cavaliere Oscuro.

Sculli: 6.5. Non è al meglio, ma lui c'è. Il suo sacrificio non può che essere apprezzato dal genoano, tifoso storicamente votato al martirio. Esce stremato: mezzo voto in più per l'abnegazione. Gran Mufti della Sila, Califfo delle 2 Calabrie e Sultano della Locride. O più semplicemente: Beppe Sculli Re! Beppe Sculli Re! Dal 30' st Palladino: sv.

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domenica 31 gennaio 2010

Fuori in 90 minuti...



Dopo 2 mesi, finalmente il Genoa torna a fare punti in trasferta. Ma, particolare ancor più rilevante, non subisce goal da 180 minuti consecutivi. Non era mai accaduto in questo campionato. Segnale che in difesa i conti cominciano davvero a tornare. A Napoli la prestazione non è stata certamente delle migliori, ma non è necessario spaccare il capello: il punto guadagnato al San Paolo è preziosissimo. Gasperini ha serrato le fila, ha blindato la porta e non ha disdegnato il più tradizionale 4-4-2, ricorrendo talvolta anche alla marcatura a uomo. Nel secondo tempo la squadra è andata in apnea, la pressione azzurra avrebbe meritato probabilmente miglior sorte ma il fortino rossoblù ha retto fino e oltre il 90'.

Amelia: 7. Scende in campo nonostante l'influenza. Ma né la febbre, né i laser puntati dagli spalti sul suo volto gli impediscono di essere il migliore in campo. L'uscita kamikaze su Denis permette al Genoa di tornare a casa con un punto. Santo subito.

Biava: 6,5. Da quando la difesa ha un leader, anche lui è più ordinato. Praticamente annulla Quagliarella, ma sopratutto riesce a non farsi ammonire. Giudizioso.

Dainelli: 7. Sarà un caso, ma da quando c'è lui Amelia deve raccogliere meno palloni in fondo al sacco. Ha i tempi giusti, prestanza fisica e dirige la difesa con autorità. Un unico errore: l'auto-palo dopo 5'. Ma ha le sue attenuanti: i laser dei tifosi che gli perforano la retina! Direttore d'orchestra.

Moretti: 6,5. Il suo acquisto è stato certamente il migliore di tutta la campagna acquisti estiva. Finalmente nel suo ruolo, riesce adesso ad esprimersi a buoni livelli. Compiuto.

Papastathopoulos: 7. Si vocifera che Gasperini in settimana lo abbia fatto allenare affianco ad un effigie di Hamsik, con tanto di oscena pettinatura! La memoria a breve del greco non fa cilecca e disinnesca il pericolo slovacco per tutti i 90'. Alla fine, ancora in trance agonistica, imbocca addirittura la porta dello spogliatoio partenopeo. Segugio.

Rossi: 6. Questa volta gioca da centrale affianco di Milanetto. E gioca bene anche in mezzo al campo. A questo punto mi aspetto di vederlo anche tra i pali. Jolly.

Milanetto: 5. Una prestazione un po' opaca, ma è comprensibile. Soffre il dinamismo di Gargano ed è un po' troppo precipitoso in alcune delicate situazioni. Sopratutto nel secondo tempo, quando da lui la squadra chiedeva calma e ordine. Lezioso.

Criscito: 6. Prima vince il duello con Maggio, poi ferma anche Zuniga. Dalla sua non si passa. Peccato per l'ammonizione. Semoforo Rosso!

Mesto: 6,5. Ci mette l'anima, corre avanti e indietro per la fascia destra e talvolta diventa il quinto di difesa. E' sempre lui a proporre il gioco offensivo, anche se con poca lucidità. Generoso. Dal 29 s.t. Juric: sv.

Suazo: 4,5. Non corre, non pressa e non difende un pallone che sia uno. Cannavaro, quello buono, lo annichilisce in ogni circostanza, anche in occasione della traversa. L'attaccante centrale nel modulo di Gasperini detta i tempi del gioco offensivo, l'honduregno invece aspetta sempre di essere lanciato nello spazio. Il Genoa è una squadra, lui ancora non è entrato in questa mentalità. Moscio. Dal'11 st Sculli: 6. Incide poco, ma la grinta è la stessa di sempre. Devoto.

Palacio: 6. La sua non è una prestazione appariscente, ma bensì di sostanza. Dismette i panni del fiorettista, per indossare quelli dello sciabolatore. In attacco è meno lucido che in altre situazioni, ma c'è da sbalordirsi quando lo si vede tornare sulla linea di difesa e recuperare palloni come un terzino. Esce stremato. Dal'11 st Acquafresca: 6. Corre, a differenza di Suazo. Speranza.

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giovedì 28 gennaio 2010

Salvo Fraticelli: ritorno a Bastia


Bastia. Rue De Paoli. Agosto 2006.
Alessio sposta una sedia. Fa spazio al cammino di un uomo dall'aria bonaria. Vuole pranzare. Si siede. Ci guarda e chiede se siamo italiani. Si, lo siamo. Turisti in viaggio nella fiera terra corsa. Inizia la conversazione. Lui è Santo Fraticelli. Come i frati francescani che ripudiarono la gerarchia ecclesiastica a partire dalla bolla Sancta Romana del 30 dicembre 1317. Sorride mentre ci ricorda l'eresia del suo nome. E' nato nel 1919, a scuola fino a 13 anni e poi a già a lavorare. Prima in un frantoio con i fratelli, poi in una fabbrica di piombo. Nel 1937 si arruola e, due anni dopo, in Algeria a combattere italiani e tedeschi. Non c'è rancore per i nemici di un tempo. Sono tanti i piemontesi che si trasferivano in Corsica, arrivavano sull'isola per lavorare nelle segherie e sposavano poi donne corse. I figli sono francesi a tutti gli effetti.
In Algeria fino al '43, poi in Germania fino all'atto di resa tedesco. Ferito 3 volte. Ridendo, indica le cicatrici: “Ma non sono mai morto!”. Volontario verso il Pacifico, Santo non arriverà mai in Giappone. Hiroshima e Nagasaki. Viene dirottato in Vietnam: raccoglie riso, estrae carbone. Tanto carbone. Una terra ricca. Sfruttata, colonizzata. Il racconto della sua storia termina qui.
1937-1948: undici anni della sua vita in un bar di Bastia.

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domenica 24 gennaio 2010

Tango Argentino...



Dopo il pareggio infrasettimanale contro il Bari, il Genoa ritrova i tre punti con l'Atalanta e si attesta alle pendici delle zona Europa League. Non è però il caso di forzare le tappe e, come ha saggiamente ricordato mister Gasperini, il primo obiettivo da centrare è la permanenza nella massima serie. Ancora 9 punti, quindi, per guadagnare il primo target stagionale. Poi si vedrà. Dopo anni da basso medioevo calcistico, però, è davvero bello non soffrire. Certo, l'exploit della stagione scorsa ha ceduto il passo ad un dignitoso campionato di metà classifica, ma guardando al recente passato non si può che benedire la recente tranquillità. Sta di fatto che andare allo stadio senza l'incubo del risultato, per il genoano è una novità davvero gradita.
E che non sia proprio questa l'arma segreta del Grifone in questo girone di ritorno...

Amelia: 7. Solo chi ha giocato tra i pali, può capire il motivo di un voto cosi alto. Spesso il portiere rimane inoperoso per 90', poi nell'unica situazione che si presenta agli avversari prende goal. Il buon Marco, invece, è sempre concentrato: bellissima la parata sul fendente di Chevanton! Felino.

Biava: 6,5. L'unico neo della sua buona partita è l'ennesima ammonizione. Per il resto: ordinaria amministrazione. Gregario.

Dainelli: 7. La difesa è finalmente sua. Dopo due gare di adattamento, l'ex-viola si impone come come leader del reparto difensivo. Fornisce i tempi giusti a tutta la squadra, svetta di testa e conferisce sicurezza a tutto l'ambiente. Capo.

Moretti: 6,5. Finalmente può giocare nel suo ruolo! Che non è il centrale! E si vede...ritrovato.

Rossi: 6. Altra prova da gladiatore. Dopo l'ingresso di Valdes, ogni tanto va in apnea. Ma appena prende le misure torna insuperabile. Inesauribile.

Milanetto: 6. E' meno lucido di altre volte, ma il lavoro che svolge è incredibile. Non solo recupera e imposta, ma è anche il primo ad andare a pressare i difensori avversari. Essenziale. Dal 25' s.t. Juric: sv.

Zapater: 7,5. Decisamente il migliore in campo. L'assist per Palacio è un capolavoro di precisione e tecnica. Ogni tanto gigioneggia con la palla tra i piedi, ma la sua partita è di assoluta qualità. Ha ripreso le sembianze del Toro di Saragozza!

Criscito: 6. Dopo una serie di prove opache, fornisce un buon rendimento. Parte come esterno di centrocampo, per finire sulla linea di difesa. Deliziosi alcuni suoi cross che seminano il panico in area bergamasca.

Mesto: 6. E' più ordinato rispetto ad altre partite, corre e mette sempre la testa nei duelli aerei. Che perde sempre con puntuale regolarità. Ma è l'intenzione che conta...

Crespo: 6,5. Valdanito torna a colpire. Chiamato dal primo minuto, non delude. Tanta corsa, qualche appoggio sbagliato, ma quando c'è da timbrare lui è puntale. Come al solito. In una parola: campione. Dal 25 st Suazo: 6. Si mangia due goal a tu per tu con il portiere, ma ha il merito di essersi costruito le azioni con la sua velocità. Sufficiente.

Palacio: 7. Che goal! Lanciato nello spazio, guarda il portiere in uscita e lo scavalca con un delizioso pallonetto. Ma la sua partita non è solo questo: tanta tecnica, tanti dribling e una classe cristallina che da sola vale il prezzo del biglietto. Nella ripresa va quasi subito in debito di ossigeno. Deve dare continuità alle sue prestazioni anche in trasferta. Dal 32 st Sculli: sv.

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domenica 17 gennaio 2010

La musica non cambia



Un'altra trasferta, ancora una sconfitta e l'ennesimo pesante passivo. Gli errori della programmazione estiva, ormai, non sono più un mistero. Al di là degli infortuni, la rosa attuale è decisamente inferiore rispetto a quella dello scorso anno. Depauperato dei pezzi migliori, il Genoa ha adesso come unico obiettivo quello di onorare fino in fondo un campionato che, ormai, è diventato di pura transizione. Qualche soddisfazione è ancora a portata di mano, ma è opportuno ribadire che questo gruppo può ambire esclusivamente ad un torneo di metà classifica. I nuovi acquisti avranno bisogno di tempo per imparare i meccanismi della squadra e già mercoledì si torna in campo. Il tempo stringe e il Genoa visto all'Olimpico contro la Roma è stato disarmante. Un po' di amarezza dopo le recenti imprese, è più che legittima. Sarebbe stato bello ripetersi...

Amelia: 7. Dopo 2 minuti, Perrotta gli scalda i guanti con una bomba ravvicinata. E' decisivo anche sulle conclusioni di Riise e Toni. Assolutamente incolpevole in occasione delle tre marcature giallorosse.

Biava: 5,5. La sua gara non è malvagia. Gioca spesso sull'anticipo: qualche volta gli riesce, altre volte no. In virtù di tale atteggiamento, ricorre spesso a falli sistematici sulla trequarti. Ha bisogno di un direttore di orchestra che lo guidi, quando è chiamato a prendere l'iniziativa crea squilibri in tutto il reparto.

Dainelli: 5. Il suo esordio non è particolarmente felice. Ha però l'attenuante di essere appena arrivato. In settimana aveva dichiarato di sapere come fermare Toni: l'ex attaccante del Bayern fa doppietta e gli scappa clamorosamente in un paio di occasioni. Assieme a Biava lascia un buco incredibile in occasione del 2-0.

Bocchetti: 5. Non si vede quasi mai, e quando ci si accorge di lui è per un errore. Dalla linea difensiva persevera in inutili lanci lunghi che si spengono tristemente nella metà campo romanista. Assieme a Criscito perfeziona l'operazione Toni-rilancio. Lippi ringrazia, ma i genoani no.

Rossi: 6. Tutti i tifosi hanno un debito di riconoscenza nei confronti del capitano. Per questo motivo il suo voto raggiunge la sufficienza, nonostante la prova non sia tra le migliori. Ci mette sempre la faccia e mai si tira indietro. Prova a coprire le falle di una difesa che fa acqua da tutte le parti. Ci riesce solo a tratti.

Milanetto: 5. La stella non brilla, il cigno non apre le ali. Poca corsa e tanti palloni sbagliati. Dovrebbe essere più protetto dai compagni di reparto, invece, con il fianco scoperto alle bordate di Brighi e Perrotta, va spesso in apnea. La manovra del Genoa collassa e le azioni da goal sono davvero poche.

Juric: 4. Non è mai in partita, sbaglia anche gli appoggi più elementari ed è a corto di condizione. I due infortuni ravvicinati lo hanno fiaccato. Perchè non provare Zapater?

Criscito: 5. Se è chiamato a far gioco in avanti, Mimmo è devastante. Quando deve difendere, invece, è letale in senso opposto. Sul 3-0 non ci sono scusanti: la palla lenta di Vucinic era intercettabile. Finisce invece sulla testa di Toni e sono di nuovo tre. Assurdo.

Mesto: 4. Non è in grado di fermare un pallone che sia uno. Parte palla al piede e finisce oltre il fallo laterale; gli arriva un passaggio e lo stoppa a 4 metri di distanza; gli avversari ringraziano e lui guarda incredulo l'arbitro. Resta un arcano il modo in cui si sia divorato il goal del possibile pareggio: a porta vuota, si improvvisa driblomane e spara sulle gambe avversarie. Mah...
dal 26 s.t. Tomovic: sv.

Suazo: 5. La bontà del giocatore è fuori discussione, ma forse le emergenze del Genoa erano in altri reparti. L'honduregno è devastante se lanciato negli spazi, ma se è chiamato a far pressing sui difensori avversari è irritante. Si muove solo se servito, così non va...dal 19' st Crespo: sv. E' un campione e merita maggior considerazione. Farlo entrare sul 3-0 non è stato un bel gesto. Forza Hernan.

Sculli: s.v. Speriamo che il suo infortunio non sia grave. Dal 30 pt Fatic: 4. La colpa non è del ragazzo, ma nella tempistica e nella modalità del suo impiego. Con Sculli out, il sostituto più indicato, nonostante le innumerevoli defezioni, era Tomovic. Ad inizio stagione era considerato l'alternativa a Juric, finora è stato impiegato solo sulla fascia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

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domenica 10 gennaio 2010

Vittoria di testa



Dopo la scoppola di Milano, il Genoa reagisce battendo il Catania per 2-0. Ma il risultato non tragga in inganno: fino al 28', minuto dell'espulsione di Bellusci, i siciliani hanno coperto bene il campo, mettendo spesso in difficoltà la non imperforabile retroguardia genoana. In superiorità numerica il Genoa ha saputo imporre il proprio gioco, trovando per due volte la via del goal e creando diverse occasioni per incrementare il vantaggio. E ora via di pagelle, sperando che la sessione invernale di calcio-mercato porti in dono un buon centrocampista e un valido centrale difensivo...

Amelia: sv. E' inoperoso per gran parte della partita, fa però piacere ritrovarlo in mezzo ai pali dopo il giallo di fine 2009. Con i piedi è la solita garanzia...

Papastathopoulos: 7,5. Dalle sue parti non si passa: è più solido delle mura di Bisanzio! E non c'è Attila che gli faccia paura! Cavaliere dalla scintillante armatura rossoblù fa anche tremare le linee di difesa avversarie. Indomito.

Biava: 6.5. Contro il Milan era stato l'uomo in più per i rossoneri, questa volta invece è più ordinato. Nel primo tempo va fuori giri tentando di giocare in anticipo su Martinez, quando capisce che può far valere la sua stazza le cose migliorano.

Bocchetti: 6.5. Buona partita. Assieme a Biava erige una discreta linea difensiva. Da promuovere.

Mesto: 6. Il voto è la media tra i disastri che compie sulla linea difensiva e i numeri che, invece, dimostra di avere sul fronte offensivo. Sblocca il risultato e mette sulla testa di Sculli la palla del raddoppio. Umorale. Dal 33' s.t. Crespo: sv.

Milanetto: 7. E' il suo miglior campionato in rossoblù. Continua a dare costanza alle sue prestazioni, prende per mano la squadra e sfiora la rete per un niente. Supremo.

Juric: 5. Il croato sta attraversando un periodo di appannamento. Sbaglia una marea di appoggi, spesso fa ripartire la manovra catanese e l'intensità del suo pressing non è quella dei giorni migliori. Dalla sua ha l'usuale grinta. Forza pirata!

Criscito: 7. Altra prova di maturità. Dai suoi piedi parte il cross per il vantaggio di Mesto, ma è sulle barricate per tutta la partita. Torna in difesa per aiutare i compagni e si propone con costanza anche in attacco. Epico un suo coast ti coast nel secondo tempo. Nazionale.

Palacio: 5,5. Si fa male ad inizio partita. Stringe i denti fino al 42', ma la sua prova è fortemente condizionate dall'infortunio. Dal 42' s.t. Zapater 6,5. Ecco il giocatore che avevamo ammirato ad inizio stagione: grintoso, presente e intuitivo. Recupera tanti palloni e li distribuisce anche bene. Recuperato.

Suazo: 6. L'honduregno è sicuramente un grande acquisto, ma deve ancora inserirsi nel gioco di Gasperini. Da un suo guizzo nasce l'espulsione che cambia la partita, ma è troppo statico sulla linea della difesa avversaria. Talvolta sfiora l'indolenza per l'indifferenza con cui assiste alla manovra dei compagni. Patetica la simulazione. Dal 38' s.t Tomovic: sv.

Sculli: 6,5. Parte male, sbagliando diversi cross. Cresce alla distanza e corona la sua prestazione con un goal da centravanti puro. Grandiosa la sua esultanza: in piedi per quasi un minuto sui cartelloni pubblicitari ad ascoltare l'urlo della gradinata.

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domenica 13 dicembre 2009

Beneficenza Genoa...



Dopo Chievo, Cagliari e Livorno, l'esercito delle salvezza rossoblù rilancia anche la Lazio. Prosegue la beneficenza del Genoa che, contro squadre in piena crisi, sfodera spesso prestazioni sottotono, concedendo così ossigeno agli agonizzanti attacchi avversari. Se a questo si aggiungono alcuni azzardi nella formazione iniziale, errori arbitrali e anche un pizzico di sfortuna, la formula della sconfitta è presto svelata. Ma bando alle recriminazioni, la Lazio ha meritato. E anche il giudizio sul Genoa non può essere severo oltremodo: l'andamento altalenante è frutto di una chiara carenza di organico a centrocampo e in difesa. Il Grifo è in grado di alternare prestazioni bellissime a partire inguardabili nell'arco di soli 7 giorni. Una sorta di Giano bifronte che fa comunque sperare in previsione della decisiva sfida in Europa League contro il Valencia.

Scarpi: 6. Promosso ormai titolare al posto di Amelia, in occasione del goal di Kolarov si adagia sul manto erboso dell'Olimpico come nelle tradizionali uscite a Pasquetta! Le sue responsabilità sono comunque limitate.

Biava: 5. Picchia come un mastro ferraio. Si becca un'ammonizione ingiusta, ma spesso è fuori tempo sulle palle profonde. A Genova lo definirebbero così: sgaibou!

Moretti: 4. Di-sa-stro-so. In anticipo su Kolarov, decide inspiegabilmente di disinteressarsi del pallone per ingaggiare un duello fisico con il serbo. Lo perde puntualmente e il giocatore laziale punisce Scarpi con un preciso diagonale. L'attenuante di giocare fuori ruolo da inizio stagione, in questo frangente, non regge.

Bocchetti: 4.5. Prosegue nel suo processo involutivo. Quale sarà il prossimo stato di Sasà? Quello visto a Roma, lo inchioda alle sue responsabilità. Entrate fuori tempo, palle perse, imprecisione nei rilanci...etc, etc. In occasione dell'espulsione si fa tagliare fuori da Rocchi, lo affossa lucidando la capa pelata del trentaduenne attacante laziale e lascia il Genoa in 10. No comment.

Rossi: 5.5. Anche il capitano incappa in una giornata poco positiva. Sbaglia diversi appoggi e non è incisivo come al solito. Confusionario.

Milanetto: 6. Finchè rimane in campo, come al solito, è il fosforo della manovra genoana. Il tempo di prendersi un ammonizione, un bel lancio per Rossi e tanto, anzi tantissimo, ordine. Indispensabile. Zapater: 5. Gioca una partita totalmente anonima, non si nota né in bene né in male. Forse è a Genova per seguire il progetto Erasmus! Ectoplasma.

Juric: 5. A centrocampo fa un casino incredibile. Rallenta la manovra, non ne recupera mezza e da un suo calcio d'angolo mal battuto parte l'azione che porterà al vantaggio biancoceleste. Prende un palo.

Criscito: 6. E' tra i pochi che si salva. Per aiutare la difesa limita le sue sfuriate offensive. Ogni tanto fa qualche sbavatura, ma è il più ordinato tra i suoi.

Mesto: 4. La specialità di giornata è lo stop ad inseguire: gli avversari prendono la palla in anticipo e lui rimane con un pugno di mosche! Quando ha campo libero va a cercare gli avversari, quando dovrebbe andare sul fondo non lo fa. Lo sa che gioca nel Genoa? L'unica cosa giusta la fa a metà primo tempo: la palla gli sbatte addosso. 1' s.t. Palacio: 6. Entra nella ripresa e non fa rimpiangere Mesto. Ma ci voleva davvero poco. Prova a tenere in allerta la difesa laziale, ma prende un sacco di calci.

Sculli: 5. Gasperini continua a proporlo come punta centrale, ma non sempre è derby! Il sultano corre e si impegna, ma forse, in certe partite, ci vorrebbe più peso là davanti.

Palladino: 5. Era in campo? Boh...dal 23' s.t. Sokratis: 6. Con il Genoa in 10, copre bene e si propone in avanti. Teniamocelo stretto.

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