domenica 14 settembre 2008

Raccontare il Novecento


Nonostante il Novecento sia decisamente alle nostre spalle, volenti o nolenti, ancora oggi continuiamo a farci i conti. Un secolo, che nelle celeberrime pagine dello storico Eric J. Hobsbawm è stato definito breve, e che in Secolo, libro di Aleksandar Gatalica (edizione Diabasis, pp. 415, 19.50 Eu), invece, viene riattraversato nella sua interezza. Cento e uno racconti, dal 1900 al 2000, al fine di raccogliere tutto il '900, brani di lunghezza variabile fra le tre e le sei pagine, ambientati da Belgrado a Londra, da Roma a Parigi, Mosca, L'Avana, Bombay, fino ad arrivare a Berlino, Saigon e Buenos Aires.

L'autore serbo, nonostante sia nato nel 1964, dimostra di saper controllare le tensioni e le vicende dell'intero XX secolo, in un testo che sa mantenere viva la sua impostazione letteraria. Gatalica, come sottolineato da Pedrag Matvejevic nella prefazione, getta «un intenso sguardo al secolo rimasto alle sue spalle, uno sguardo lucido e lirico al tempo stesso, troppo cosciente per abbandonarsi alla nostalgia».
Un'opera ad intento enciclopedico e ad ampio respiro, lontana dai quei nazionalismi che, proprio nel corso del '900, hanno insanguinato i Balcani.


Il libro parte con la scomparsa di Eduard Paramentie, custode del padiglione abbandonato dell'Esposizione Universale di Parigi, metafora del tramonto ottocentesco, e si conclude con con la scatola di sardine scadute del dottor Alfonsino Alvaro, simbolo di un Novecento finito ma che continua a far sanguinare le ferite che ha provocato. Nel mezzo, altri 99 racconti, uno per ogni anno del secolo, difficili da definire in una sola parola: sono evocazioni, frammenti e saggi. Nell'impossibilità di citarli tutti - i personaggi che si incontrano nella lettura sono all'incirca 500 - mi piacerebbe menzionare La Scimmia. La scelta cade su questo racconto per un motivo che ritengo contiguo al progetto generale di Gatalica: non dimenticare, ma soprattutto, imparare, da quel libro di preziose e spesso traumatiche esperienze, che è la Storia. Ambientato nel 1909, il brano in questione racconta le vicende di Antonio e della sua scimma ammaestrata chiamata Dante. Partito da Genova, nella speranza di trovare fortuna all'ombra della Statua della Libertà, come tanti tornerà in Sicilia profondamente segnato da quell'esperienza.

In tempi di impronte digitali ai bambini rom, una storia per ricordare chi eravamo e chi siamo oggi.

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