domenica 21 settembre 2008

Il lato oscuro del vecchio Balordo


The dark side of the moon. Il titolo del celebre album dei Pink Floyd è forse la miglior definizione per descrivere il Genoa visto a Palermo. Un Grifone poco rapace e molto agnello scivola alla Favorita, niente drammi però: siamo appena alla terza di campionato e la prestazione contro il Milan non si può cancellare nel tempo di un batter d'ali.
Ma è proprio da questo scarto che nasce l'amarezza per un'occasione persa abbastanza banalmente. Contro i rossoneri la squadra ha disputato una partita a dir poco perfetta, mostrando probabilmente la sua faccia più luminosa: grinta, corsa agonismo, qualità e soprattutto tanto, tantissimo gioco. In terra siciliana le cose sono andate diversamente. I rossoblù hanno svelato quel lato oscuro che, scherzi del destino, avevano già lasciato intravedere proprio in Sicilia. Ripeto, non è il caso di fare processi, ma esercitare il diritto di cronaca è più che legittimo. E la domenica del Genoa non è stata certamente delle migliori. Inutile negarlo.

La sconfitta è maturata per un approccio sbagliato alla gara. La partita si è presentata subito in salita, con i rosanero più volitivi e propositivi rispetto all'undici di Gasperini. Il mister, a cui non si può imputare alcunchè, i giocatori in campo erano per 10/11 quelli di domenica scorsa, si è sgolato per svegliare i suoi. Ma i portatatori di palla siciliani sono sempre arrivati sulla trequarti avversaria senza incontrare alcuna resistenza. Poco pressing e palloni persi banalmente a centrocampo hanno sottoposto la difesa ad una continua pressione. Ferrari e i compagni di reparto hanno nel complesso disputato una buona gara, sono stati invece gli esterni ad aver latitato: Mesto ha sbagliato molti appoggi, impedendo alla squadra di ripartire e alla difesa di rifiatare, Modesto, invece, oltre ad aver colpevolmente perso Cavani in occasione del vantaggio, non ha fornito spinta in avanti.

Il Palermo, nonostante nel primo tempo abbia avuto più iniziativa, non ha creato grandi affanni alla difesa rossoblù. Anzi, è stato il Genoa a colpire la traversa con Milito. La partita si è decisa a centrocampo. Milanetto e Juric sono andati in difficoltà su Liverani e Simplicio, mentre Palladino, che sì indietreggava sulla linea dei difensori, non ha svolto il lavoro di rottura che aveva compiuto Gasbarroni contro il Milan, mentre in attacco Milito ha predicato nel deserto. Il secondo tempo ha riproposto poi lo stesso copione del primo e il goal di Bovo ha virtualmente chiuso la partita.

Dopo l'uscita di Ferrari, la difesa ha leggermente sbandato, ritrovando equilibrio dopo l'occasione sciupata da Cavani. È stato invece il centrocampo il reparto che ha continuato a soffrire maggiormente, trovando un pò di sollievo solo dopo l'ingresso di Vanden Borre. Il goal nel finale di Milito e l'incredibile voracità di Olivera, non fanno che aumentare i rimorsi per quello che avrebbe potuto essere e invece non è stato.
Adesso sotto con la Roma, tutto è possibile.

A patto che il Grifone mostri il light side.

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