venerdì 5 settembre 2008

La mia intervista ad Andrea Rivera


Molti lo conoscono per gli interventi nei panni del citofonista di Parla con me, trasmissione condotta da Serena Dandini, ma a Roma Andrea Rivera è un volto noto delle notti trasteverine: davanti al Bar del Cinque si esibisce come chitarrista proponendo un nuovo modo di comunicare basato sulle tecniche degli artisti di strada. Questo filone, ripercorso sulla scia di Giorgio Gaber, gli è valso nel 2004 la menzione della giuria al Premio Gaber per talento e coraggio. Una forma che riproporrà anche in Uscite di Insicurezza Live: «non te lo dico che spettacolo sarà altrimenti tu poi non vieni - risponde - è una sorpresa. A parte gli scherzi, farò del teatro-canzone e proietterò delle interviste che ho realizzato durante le elezioni nel 2001 e nel 2006. Farò anche una canzone in risposta a Cristicchi: Ripijate la rosa».

Mentre parliamo Andrea è in viaggio per esibirsi alla Festa dell'Unità di Milano. Nonostante le ventisette denunce collezionate per disturbo della mente pubblica, non ha mai rinunciato al suo palcoscenico preferito: «la strada - ribadisce - è l'unica libertà per l'arte, dico sempre ai ragazzi di buttarcisi, è l'unica libertà che abbiamo. Alle volte - continua - qualcuno mi riprende con il telefonino e mette il filmato su You Tube, ma lo spettacolo deve rimanere per strada. Nelle strade ci sono le persone, un sacco di pubblico con cui confrontarsi e uscire dal cosiddetto pensiero unico: a volte qualcuno mi ha dato anche 10 Eu, forse per farmi smettere. Insomma - continua - la mia non è comicità alla Zelig, più alla Luttazzi: a me piace essere cattivo e prendere in giro la gente».

La satira è un argomento che spesso ha animato il dibattito pubblico italiano, suscitando discussioni sui suoi possibili e non possibili confini. «Il satiro deve essere libero, la satira non uccide nessuno. Però - dice Andrea - deve essere giustificata. Non mi è piaciuta Sabina Guzzanti a piazza Navona. Se vuoi fare una battuta sul presunto sodalizio Carfagna-Berlusconi, ad esempio, puoi dire qualcosa del genere: 'La Carfagna ha fatto una legge sulla prostituzione? Un'altra legge ad personam'».

Rivera improvvisa battute per telefono: «il mio è un carpe diem - ribadisce - quando ho da dire qualcosa lo dico, lo racconto».
Mercoledì 3 settembre l'artista romano è stato alla Talpa e l'Orologio, centro sociale imperiese a cui è stato recapitato un atto di intimazione allo sgombero. Anche al genovese Buridda potrebbe a breve capitare la stessa sorte, spesso il valore civile e culturale degli spazi autogestiti è sottovalutato. «Ad Imperia - scherza Andrea - è Scajola che vuole allargare il suo giardino di fichi. In generale - continua - non è che i centri sociali siano sottovalutati, non vengono proprio valutati. Basta guardare anche ai fatti di cronaca di questi giorni». Il riferimento è al ragazzo romano accoltellato venerdì 29 agosto in un agguato fascista, mentre ritornava dalla festa in ricordo di Renato Biagetti, a sua volta ucciso da un gruppo di estrema destra.

Ma Andrea sta per fermarsi all'autogrill per un caffè. Giusto il tempo per un'ultima domanda: se dovessi scegliere un aggettivo per descrivere oggi l'Italia, quale useresti?
«Ti rispondo con un musical: The Rocky Horror Picture Show. Mi piacerebbe però diventasse Jesus Christ Superstar. Ma aspetta, questo lo abbiamo già: solo che è Ratzinger Superstar».

Guardate il video di Andrea Rivera alla trasmissione 'Il senso della vita'.

0 commenti: