domenica 25 gennaio 2009

Un punto che vale oro



Un punto d'oro.
Il pareggio casalingo con il Catania può essere tranquillamente catalogato sotto la categoria bicchiere mezzo pieno. Vuoi perchè la squadra ha incontrato una giornata poco brillante, vuoi perchè l'espulsione di Ferrari ha complicato la partita, ma non presentarsi a San Siro con le mani vuote, ha un valore che va al di là del punto effetivamente raccolto.

La vigilia non era delle migliori: Banti ad arbitrare, opinione pubblica a sottolineare l'inviolabilità della porta di Rubinho e un ambiente, quello etneo, che proveniva da una settimana di lamenti.
I rossoblù non hanno certamente disputato la loro miglior prestazione: la formula con il doppio regista ha rallentato eccessivamente il centrocampo sottolineando, se mai ce ne fosse necessità, l'imprescindibilità di un mastino come Juric. I siciliani dal canto loro hanno saputo aggredire la linea mediana di Gasperini, imbrigliando le fonti del gioco genoane. E i risultati non sono tardati ad arrivare: tanti i palloni persi da Milanetto e pochi quelli recuperati da Motta, squadra poco propositiva in avanti e Catania a sfiorare il vantaggio già nel primo tempo. Il Grifone si fa vivo solo sul finale di frazione con una bella iniziativa del Pricipe e con la traversa colpita da Bocchetti.

Nella ripresa le cose si complicano e la terna arbitrale, pessima la conduzione di gara, sale in cattedra: prima il guardaline ferma erroneamente Jankovic, poi Banti non concede un rigore solare su Modesto e, infine, espelle Ferrari, ma questa volta giustamente, per doppia ammonizione.
Il Genoa accusa il colpo e capitola quasi subito: cross di Baiocco e Martinez puntuale infila di testa Rubihno. Imbattibilità violata e partita in salita.

Ma a questo punto, cuore e qualità rossoblù hanno fatto la differenza: Milito e Motta hanno tenuto a galla la squadra, mentre Rossi e Vanden Borre le hanno dato velocità. Sotto di un uomo e di un goal il Genoa si è fatto più intraprendente e rabbioso: ed è stato proprio il rientrante Milito a siglare il pareggio e a dare, nonostante i crampi, più di un grattacapo alla difesa etnea fino a fine incontro.

Che dire del Principe? Bello, elegante, letale, generoso, cinico e GOLEADOR. Musica per le orecchie del tifoso genoano, ma bellezza sfolgorante, anche, per gli occhi del ct Maradona. Ora senza paura a Milano...

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