martedì 19 agosto 2008

A spasso nella macchia mediterranea


Subito dopo l'abitato di Borghetto, proprio sul tratto di Aurelia che porta a Ceriale, si stacca dall'asfalto una scaletta che conduce a un sentiero. Al suo fianco, in via Pascoli, si può consultare la bacheca illustrativa del Sistema Ambientale Poggio Grande, un'area protetta che racchiude eccezionali pregi botanici, faunistici e geo-paleontologici.

L'itinerario passa sopra la statale e introduce immediatamente nella fitta area arbustiva, lambendo il perimetro di Castello Borrelli, fortificazione ottocentesca costruita dall'omonimo senatore sopra i resti dell'antico ospizio. Nel primo tratto, l'odore del timo e dell'erica si accompagnano alla vista del cisto a foglie di salvia, dello scòtano, del terebinto, della ginestra e della ginestra spinosa: un classico esempio di macchia mediterranea. «Qui su l'arida schiena / Del formidabil monte», cantava Leopardi e, anche se il poeta recanatese ne La Ginestra descriveva la desolazione del Vesuvio, i suoi versi ben si adattano a questo tratto di percorso. Il tracciato, continuando verso le cime alte, lascia spazio ad un miscuglio di pini marittimi, roverelle e lecci, ma con netta predominanza di sottobosco di corbezzoli, lentischi e filliree. Il cammino, dopo un primo tratto piuttosto impegnativo, diventa agevole, con sentiero largo e segnato, ma sempre al sole. Da consigliarsi, quindi, nelle ore meno assolate e con sufficenti scorte d'acqua, oppure nei mesi invernali.

Dopo circa 45 minuti di marcia, si giunge sulla cima del monte Piccaro, dove si trova la nicchia della Madonna della Guardia, da sempre protettrice di Borghetto. Il panorama, nonostante l'altitudine poco elevata, toglie il fiato. Mentre da fondo valle il vento porta alle narici l'odor di arbusti, la vista può godere di quei piaceri che soltanto una terrazza sul mare sa concedere: di fronte c'è il blu del mar Ligure, l'isola Gallinara, la riviera fino a Capo Noli da una parte, la piana di Albenga dall'altra (e si capisce perchè la chiamano così). Alle spalle il percorso prosegue lungo il crinale raggiungendo in successione il Monte Croce, il Monte Acuto e, ancora, il Poggio Grande. Lo sguardo va oltre e capo Mele porta alla mente il brulicare di Alassio, il lungomare di Laigueglia e le anse dell'Aurelia in uno dei punti più suggestivi della riviera Ligure.

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