mercoledì 19 novembre 2008

Il Vilipendio di Sabina

«Perchè quando il progresso serve a far vivere meglio è Satana, mentre se è utilizzato per far soffrire più a lungo è santo?».

È questa una delle tante domande poste da Sabina Guzzanti al pubblico del Politeama durante la tappa genovese di Vilipendio Tour. Due ore e mezza di battute, satira, imitazioni e, soprattutto, di italici fatti. Punto di partenza l'ormai celeberrimo discorso tenuto a Piazza Navona: intervento che le è costato, per l'appunto, il rinvio a giudizio per Vilipendio.
Oltre ai contenuti, come sempre intelligenti e graffianti, lo spettacolo ha proposto musica e coreografie affascinanti: le battute sul politico di turno sono state costantemente accompagnate da immagini che ne accentuavano l'effetto comico, mentre l'accompagnamento musicale ha conferito un gradevole ritmo alla serata.


Tanti gli argomenti al fuoco: antifascismo e revisionismo, intercettazioni telefoniche, giustizia, libertà di satira, informazione, laicità di stato, leggi ad personam, il ministro Carfagna e molto altro. Il tutto condito da quella carica aggressiva che richiedono i tempi bui vissuti dal nostro paese. E per chi accusasse la Guzzanti di volgarità, la risposta è semplice: rispetto a chi e a che cosa?

A prescindere dal colore politico da cui proviene la critica, l'eloquio e le rappresentazioni di Sabina offendono solo benpensanti e ipocriti. La Guzzanti è satira, un piccolo Azazello pronto a purgare con le parole, mi piace pensarla come un Rigoletto fustigatore: i suoi ragionamenti fanno male solo perchè gravidi di verità.
Per una sera lontani da Isole, Talpe, modellini, delitti e urla catodiche, la satira ha adempiuto al suo compito: far riflettere, divertendo.

E allora è stato bellissimo lasciarsi trasportare, anche se talvolta con un pizzico di rammarico, dalle esilaranti imitazioni di Silvio Berlusconi in versione napoleonica, di Massimo D'Alema, Fausto Bertinotti, Barbara Palombelli, Lucia Annunziata e Anna Finocchiaro.
Per questo la Guzzanti è invisa a quasi tutto il mondo politico: da destra a sinistra, il suo raggio d'azione colpisce tutti rami del Parlamento. Se Berlusconi cambia la legge a seconda del suo fabbisogno personale, a sinistra c'è chi lo emula, temporeggiando fino alla paralisi. Non è, come qualcuno potrebbe obiettare, un atteggiamento qualunquista, ma semplicemente una lucida descrizione del reale.
Questa è l'Italia. Non prendiamocela con chi la racconta, ma con chi la fa.

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