domenica 12 aprile 2009

Revolution Genoa




Battere la Juventus trascende il puro significato sportivo, ha il sapore della lotta di classe, della rivolta, del popolo soggiogato che si ribella alla mano affamatrice. La storia è fatta di piccoli grandi sogni, di avvenimenti che scuotono lo status quo, di esempi che indicano la via e ricordano ai potenti la forza dei deboli. Un film? La classe operaia va in paradiso. Una canzone? Contessa di Pietrangeli. Iperboli politiche per esprimere un solo concetto: partita perfetta. Con Milito ancora fermo ai box, Gasperini ha saputo ovviare all'assenza del puntero argentino infondendo un'autentico spirito guerriero alla sua squadra. Il Genoa ha approcciato il match con fare umile e battagliero, con audacia e rigore tattico, con furore agonistico e corsa, tanta corsa.

Se esame di laurea doveva essere, la squadra di Gasperini lo ha superato a pieni voti. Sin dai primi minuti il Genoa ha saputo imporre il proprio timbro alla gara: la partita si è decisa prevalentemente a centrocampo, dove Motta, ben assistito da Juric, ha dettato da subito i ritmi del gioco rossoblù. Sulle fasce Mesto e Palladino hanno ammattito Zebina e Nedved, mentre Sculli ha impedito a Molinaro di macinare chilometri sulla fascia destra. Jankovic, infine, al centro di un inedito tridente di attacco, ha sportellato tutta la partita con Chiellini. Bene anche la difesa, che però ha commesso due errori, pagati a caro prezzo, in occasione dei momentanei pareggi di Del Piero, su rigore, e di Iaquinta. Una doppietta di Thiago Motta e un goal di Palladino hanno permesso al Genoa di superare la Vecchia Signora. 3-2 il risultato finale e partita da registare su videocassetta per non dimenticare che anche in Italia il calcio sa offrire spettacolo ed emozioni.

Aver assistito ad un simile spettacolo fa sentire partecipi di un pezzo importante della storia recente rossoblù. È scritto nel destino che alcune partite abbiano più peso di altre, ma la vittoria contro la Juve ha il sapore dell'impresa. Non solo per la partita in sè, ma soprattutto perchè il Genoa spinge la Roma a -8 e ipoteca, salvo suicidi dell'ultima ora, almeno un posto in Uefa. Solo in poche altre occasioni è respirato in gradinata una simile aria di possibilità. L'ultima fu 2 anni or sono: il Genoa schiantò il Bologna per 3 reti a zero e comiciò seriamente a credere nella possibilità di risalire in serie A. Oggi l'obiettivo è diverso: si chiama CHAMPIONS LEAGUE.

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