lunedì 27 aprile 2009

Firenze chiama, ma il Genoa è assente



Lungo la via Emilia, sotto un autentico nubifragio, ho sorriso e ho pensato: «Ancora la dura legge dell' esodo». Facendo una breve analisi delle ultime grandi uscite del tifo rossoblù, infatti, la costante è una: prospettive disattese. Si potrebbe partire dalla fatal Ravenna, passando per Piacenza, fino ad arrivare alla più recente Mantova. E così, in ottemperanza a questa sadica legge, i 3500 supporters rossoblù hanno assistito ad un copione quasi già scritto. Al Bologna di Papadopulo sono così bastati 10 minuti, tra il 14' e il 24' minuto, per avere ragione di un Genoa troppo brutto per essere vero.

Acqua, tanta acqua. Sia quella scesa dal cielo bolognese, sia quella fatta dalla difesa rossoblù. E dire che la prima vera occasione della partita capita proprio sui piedi di Jankovic: sul cross di Palladino, però, il serbo ciabatta la palla affidandola tranquillamente nelle mani di Colombo. Un minuto dopo il suicidio: Bocchetti, dopo aver salvato a porta vuota, perde ingenuamente il pallone e stende Mingazzini. Rigore netto ed ennesima marcatura per Marco Di Vaio. La frittata è definitivamente servita 10 minuti più tardi: su uno spiovente di Adailton la difesa rossoblù si addormenta, permettendo a Terzi di riscattarsi da una stagione di amare critiche. Ci si aspetterebbe la reazione del Genoa, ma l'unico a crederci è Palladino. Motta stenta a centrocampo, Juric non incide e le fasce sono costantemente tamponate a centrocampo. Dopo il lungo infortunio, Milito stenta in attacco, ma è la squadra tutta a soffrire i tempi della partita.

La ripresa non muta ritmo alla gara: Palladino coglie un palo dopo pochi minuti e poi sarà Olivera, subentrato a Ferrari, ad impegnare Colombo a soli 10 minuti dalla fine. Poco, troppo poco.
Per dovere di cronaca bisogna segnalare che l'arbitro Orsato ha sorvolato su due interventi dubbi in area felsinea: un colpo di mano di Mudingayi e un uscita di Colombo sui piedi di Milito. Ma è altrettanto doveroso ricordare che il Bologna ha sfiorato il colpo del definitivo ko in almeno due situazioni.

Se due indizi fanno una prova, ebbene, la sconfitta di Bologna suona come un campanello di allarme. Non solo perché il Genoa perde il 4° posto a favore della Fiorentina, ma soprattutto per la qualità della prestazione offerta. Poca corsa, disattenzioni in zone nevralgiche del campo e scarsa concretezza sotto porta. Per la prima volta in questa stagione, il Genoa perde due partite consecutive e, dato più preoccupante, non segna da altrettanti turni.
Infine, come se la giornata non fosse stata abbastanza amara, dall'altezza di Pontremoli fino a Rapallo, la musica che mi ha scortato a casa proveniva dalle frequenze di RadioMaria. Ma, ad onor del vero, avevo già espiato le mie colpe sotto la pioggia battente del Dall'Ara.

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