giovedì 3 gennaio 2008

La lettera di Roberto

Inserisco un contributo del mio amico Roberto

Non ho riflettuto a fondo sul tema dell' "infelicità e dell'essere ripiegati su se stessi". In generale però credo di no. Mi fanno ridere i commenti che spesso si sentono in relazione al fatto che "gli italiani viaggiano", che "vanno a cena fuori visto che i ristoranti sono pieni" e che quindi "non c'è crisi". Diciamo pure che queste cose sono appannaggio di pochi e i molti possono permettersi una pizza fuori casa al mese e, se va bene, un weekend lungo al posto delle ferie passate via.

Credo che l'italiano medio cerchi di racimolare quel poco che avanza per dare un futuro ai figli e ogni tanto togliersi qualche sfizio personale. Il problema è che da una decina d'anni a questa parte, la quota di salari destinati a ciò si è drasticamente ridotta fino ad arrivare quasi allo zero. Parlo ovviamente di redditi da lavoro dipendente. Chi ha potuto marciare sull'aumento dei prezzi penso che stia meglio di prima (professionisti, commercianti, albergatori, ristoratori)

Questo da un punto di vista materiale.

Da un punto di vista morale, credo che la stampa anglosassone si confonda: gli italiani non sono più infelici; ma si sono, secondo me, adeguati a un insieme di schemi, pseudo-valori e modus vivendi, imposti da quel rettangolo colorato che è la tv. L'imbarbarimento italico è dovuto alla progressiva e mi pare inarrestabile volgarizzazione dei costumi, delle parole, delle immagini; questa è la cosa che più mi preoccupa, anche guardando le nuove generazioni sugli autobus e notando questa volgarità in tutta la sua pericolosità e meschinità.

Sui giovani, direi che la precarietà lavorativa incide molto, sui progetti di vita, sulll'umore e sulla loro positività intrinseca. Ma credo che se ne possa venir fuori. La disoccupazione è bassa ( negli anni ottanta e inizi '90 era in doppia cifra, ora è scesa di molto). Il grosso problema è la questione salariale e pensionistica che grava su di noi. Su questo dovranno necessariamente intervenire le classi dirigenti sperando in qualche soluzione concordata che tuteli le classi più deboli. Purtroppo questo non mi pare essere una prospettiva a breve termine, visto che, ogni qual volta si parla di riforma pensioni o di redistribuzione del reddito, salta su il Montezemolo di turno a criticare la spesa pubblica et similia. E i governi di centro-sinistra sono subito pronti a dargli ragione!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma non scrivi piu'???Guarda che qui a londra aspettano tutti un tuo nuovo post!

Baci!!!!


Fede

Anonimo ha detto...

Aggiungo, in maniera goliardica e semiseria: e mettici due culi!!! :)


Baci!!!


Alekseij