sabato 22 agosto 2009

Ritorno all'Europa



Dopo 17 lunghi anni, il ritorno del Genoa in Europa riparte da Marassi. Sotto gli occhi di Osvaldo Bagnoli, indimenticabile mister della UEFA che fu, il Grifo riparte per una nuova avventura continentale. Avversari in questo 4° turno preliminare di Europa League, i danesi dell'Odense: una squadra tutto sommato modesta, ma con alcuni volti noti del calcio internazionale. In primis Thomas Helveg, vecchia conoscenza del campionato italiano, in seconda battuta Djemba-Djemba, attaccante già apprezzato dai tifosi del Manchester United e dagli appassionati di Pro Evolution Soccer, e infine Roy Carroll, portiere nordirlandese salito alla ribalta per le sue abitudini manesche!

Terminata scalinata Montaldo, il ricordo è andato inevitabilmente alle sfide che hanno reso leggendario il precedente cammino europeo: Oviedo, Steaua, Dinamo Bucarest, Liverpool e Ajax. Per un bambino che allora aveva appena 11 anni, quelle partite resteranno per sempre scolpite nella memoria. Ma le emozioni per i gol di Branco, Shuravy e Aguilera vanno archiviati sotto la voce “passato”. Il vecchio mercoledì di coppa con mio padre, oggi, cede il passo al giovedì di Europa League. Sentimentalismi che hanno lasciato il posto alla brama di vittoria, non appena l'arbitro francese ha fischiato l'inizio del match.

Il caldo intenso ha finito per agevolare il Grifone che, dopo 8 minuti, si è trovato in vantaggio grazie ad un goal fortunoso propiziato da un tiro di Sculli. La squadra, ancora in rodaggio dopo le cessioni di Milito e Motta, ha stentato soprattutto a centrocampo: dopo il vantaggio, i danesi si sono fatti pericolosi fino a colpire la traversa con un potente tiro da fuori. Il Genoa, viaggiando al 25 % delle proprie potenzialità, ha lasciato intravedere sprazzi di bel calcio, sopratutto grazie alle giocate di Palacio e all'impegno di Figueroa. La difesa, ben guidata da Moretti ha neutralizzato Djemba-Djemba, mentre le uniche difficoltà sono arrivate dalla linea mediana e dallo scarso dinamismo di Milanetto.
Nella ripresa il Genoa ha chiuso il discorso qualificazione, salvo poi riaprirlo da sè medesimo: la doppietta di Figueroa e l'ingenuità di Criscito hanno fissato il risultato finale sul 3-1.

Quello contro l'Odense è stato un buon debutto europeo, soprattutto in virtù delle tante defezioni e della condizione fisica ancora approssimativa. Alcune individualità meritano un'attenzione particolare: Palacio è un ottimo giocatore, capace di puntare l'uomo e di saltarlo sistematicamente, mentre Moretti non fa certo rimpiangere Matteo Ferrari. Lucho ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, di essere estremamente utile alla causa rossoblù. Il rovescio della medaglia, invece, è quello di un centrocampo che, dopo l'era Thiago Motta, è tornato ad essere troppo lento e compassato. Il risultato maturato a Marassi è certamente un bottino non trascurabile, ma il goal subito impone un'attenzione particolare alla trasferta in terra danese.

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