domenica 18 ottobre 2009

Miglior in campo? La gradinata



"E il naufragar m'è dolce in questo mare", scriveva Leopardi. Ma per descrivere il vergognoso naufragio genoano contro l'Inter, preferisco non scomodare il grande poeta recanatese e limitarmi più laicamente a citare Carlo Lucarelli: "ma questa è un'altra storia".
Non c'è nulla di dolce, infatti, nel tracollo rossoblù, perdere con un passivo di cinque reti significa non solo perdere la partita, ma bensì la faccia. Spero, quindi, mi perdonerete se per questa volta non compilerò le pagelle: con i voti dei giocatori scesi in campo, del resto, si potrebbe giocare una schedina senza pareggi.

In 22 anni di onorata presenza in Gradinata Nord, non ho mai visto perdere la mia squadra per 5 a 0. Ho assistito alle umilianti vittorie di Cittadella, Castel di Sangro e Monza, ma non avevo mai collezionato un passivo così pesante. La rabbia, quindi, come ben si può evincere dalle mie parole, è molta. Parlare dei singoli non avrebbe senso, è più utile invece fare un discorso collettivo. In poche parole? Non c'è stata partita.
Il Genoa ha giocato 3 minuti, ma già al 5' era sotto di un auto-goal. Da quel momento è stato l'inizio di un calvario, a cui solo il triplice fischio di Morganti ha posto fine. Migliore in campo? Decisamente la tifoseria, che non ha mai smesso di cantare e sostenere la squadra anche quando il risultato era oramai compromesso. Tutto il resto si può vedere tranquillamente su YouTube.

E ora alcune valutazioni.
Per il secondo anno consecutivo, la dirigenza ha ritenuto opportuno vendere i pezzi migliori per reinvestire il ricavato sul mercato estivo. Non sempre, però, tutte le ciambelle escono con il buco. Sono stati acquistati molti giovani di prospettiva, ma nell'immediato la coperta è corta. Anche il mister, che fa quel che può, lo ha già dichiarato diverse volte. La squadra risente soprattutto della mancanza di un centrale difensivo e, non a caso, con 16 goal subiti in 8 partite, la retroguarda genoana è la più perforata della serie A (2 goal presi a partita).
Vuoi la sfortunata sequenza di infortuni, vuoi qualche errore progettuale, a metà campo il Genoa si trova a giocare con diversi interpreti del campionato di serie B. In attacco, invece, pur passando che Milito è insostituibile, la malasorte ha fatto sì che Floccari ritardasse la forma.

Il risultato è quindi una squadra dalle prestazioni altalenanti, che sa imporsi sulle formazioni medio-piccole, ma che cede il passo non appena l'avversario si fa più arduo. Il problema è identitario, soprattutto quando le competizioni da affrontare non sono più limitate esclusivamente al campionato. Ma questo non vuole essere assolutamente un alibi: giocare l'Europa è un onore. Spero che i fatti non mi facciano entrare nell'ottica, puramente italiota, di considerare la competizione continentale un'inutile dispendio di energie.
Dopo 17 anni di assenza dai palcoscenici internazionali sarebbe davvero imperdonabile...

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